Con un aumento del 5,5 per cento percentuale rispetto all’anno precedente, Confartigianato ha chiuso il 2010 con un segno più alla voce assistenza al credito per le proprie imprese e un’operatività complessiva di quasi 25 milioni di euro. Dati che saranno presumibilmente confermati nell’anno in corso.

E’ il vice segretario provinciale, Paolo Cirelli, a ‘snocciolare’ i numeri: per 24 milioni 270 mila euro di finanziamenti e mutui garantiti, le operazioni assistite da Confartigianato Fidi sono state 238, cui vanno ad aggiungersi 51 contratti di leasing con la compagnia di riferimento (Freaer Leasing spa-di cui Confartigianato è socio fondatore) per 3 milioni 182 mila euro di investimenti, che portano l’assistenza complessiva a 27 milioni 452 mila euro; ogni intervento si è aggirato sui 102mila euro, andando da un minimo di 10mila a un massimo di 930 mila euro. Sintetizzando, circa 20 milioni di euro sono stati destinati a impegni a medio e lungo termine – in tre quarti dei casi per liquidità – la restante parte è andata a investimenti. Numeri positivi, «generati anche dal sistema bancario territoriale» che secondo Cirelli «testimoniano da un lato la determinazione delle imprese ad affrontare la crisi con coraggio, dall’altro la consapevolezza di avere al fianco Confartigianato Fidi, in grado di sostenerle laddove da sole non avrebbero potuto farcela».

Un contributo, evidente già nell’ultimo trimestre 2010 e confermato nel primo 2011, è l’ausilio giunto dal Fondo Centrale d Garanzia a sostegno delle piccole e medie imprese ottenuto con accreditamento diretto da Confartigianato lo scorso settembre. Dati positivi, dunque, che rivelano però «come in questa fase così delicata il flusso creditizio non deve essere interrotto ma garantito, tanto più ora che si affaccia Basilea 3, che introdurrà una valutazione del merito creditizio sempre più selettiva. Insieme alle imprese – è il monito di Cirelli – bisogna tuttavia adottare strumenti che innalzino il loro livello di capitalizzazione, tenendo distinti patrimonio famigliare e imprenditoriale, evitando così la progressiva diminuzione della liquidità e delle riserve di capitale».